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12 April 2015

TEMA: I GIOVANI E LA CRISI

Steve Jobs durante il suo discorso a Stanford, 2005
Le statistiche riguardo la disoccupazione giovanile riportano numeri agghiaccianti, come recita l'articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”, “Tra il 2008 e il 2011 secondo i dati dell'Istat sull'occupazione media i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono passati da 7 milioni e 110 mila a 6 milioni e 56 mila” c'è stata quindi una diminuzione di 1 milioni e 54 mila, 1 milione e 54 mila giovani in mezzo ad una strada in 3 anni e il dato è in continua crescita.
In Italia non c'è più lavoro, non ci sono più occasioni per dare una svolta, le aziende e le fabbriche spostano sempre più frequentemente le loro sedi all'estero, nei paesi in via di sviluppo come l'India o la Cina che nel 2013 hanno registrato PIL da record. Lì le tasse da pagare per le aziende sono irrisorie in confronto alle nostre ed i lavoratori vengono sfruttati in modo disumano e pagati una miseria. Alle piccole e grandi società conviene quindi trasferire le loro industrie in quei luoghi e lasciare l'Italia senza posti di lavoro. Nei colloqui riecheggia sempre la solita frase, “cerchiamo giovani e con esperienza”, usata come una formula magica per liquidare il malcapitato di turno.


Chi è in cerca di un impiego per sopravvivere, si ritrova spiazzato dalla situazione attuale, inizia a pensare che rimarrà schiacciato dalle mille spese a cui necessariamente dovrà sottoporsi e non rimangono che due strade da intraprendere, emigrare e tentare di essere più fortunati all'estero o rimanere ed accontentarsi di lavori per i quali si è troppo qualificati limitando così il proprio futuro. Le analisi statistiche parlano chiaro, dal 45° RAPPORTO CENSIS si evince che “solo il 23,4% dei giovani risulta disponibile a trasferirsi in altre regioni o all'estero per trovare lavoro”, il restante 76,6% si adatta, rimane lì dov'è nato a cercare invano una professione stabile e duratura nel tempo. Questa capacità di accontentarsi, di limitarsi, di rinunciare ai propri sogni e non perseguirli a denti stretti fino alla fine, porterà inesorabilmente ad un regresso della società, dove nessuno più oserà e proverà a seguire la sua intuizione.

Come disse il visionario Steve Jobs ai laureandi di Stanford nel 2005, “Non lasciatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere con i risultati dei pensieri degli altri... Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore... “, è proprio quello che i giovani italiani dovrebbero fare, ritrovare la forza di seguire il loro cuore e affrontare la vita inseguendo i propri desideri. Basti pensare all'incredibile ed intensa vita che ha avuto l'inventore dell'iPod, viaggi in India, corsi di calligrafia, sperimentazione di droghe allucinogene, l'intuizione che il mouse sarebbe stato il destino e l'evoluzione del concetto di personal computer, ma anche l'invenzione dell'iPhone che ha dettato le basi nel campo della telefonia che fino a quel momento, era arrivata ad un punto morto e privo di innovazione. Il nostro tempo è limitato, non dobbiamo buttarlo vivendo la vita di qualcun altro, mai come oggi dovremmo essere “affamati e folli” per metterci in ballo, rivalutando e rivoluzionando il nostro avvenire e creando noi stessi le occasioni e opportunità per dare una svolta alla nostra vita che in questo drammatico e complicato momento sembra essere statica e banale per tutti.

“Solo le persone che credono di essere talmente folli da riuscire a cambiare il mondo, alla fine, lo cambiano davvero”, Steve Jobs.

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